Fiato ai Libri

Le calciatrici che sfidarono il Duce
di Federica Seneghini e contributi di Marco Giani

1932. Sulla panchina di un parco di Milano un gruppo di ragazze lanciò un’idea, per gioco ma anche per sfida: giocare a calcio. Fondarono la prima squadra di calcio femminile italiana che in breve raccolse intorno a sé decine di atlete. La loro fu una sfida al loro tempo, al regime, alla mentalità dominante che vedeva nel calcio lo sport emblema della virilità fascista.
La loro epopea è raccontata con ironia e leggerezza da un trio di attrici che, mischiando comicità e narrazione, ci mostra come certi pregiudizi siano duri a morire, pur a distanza di tanti anni e di tante battaglie.

di Anna Maria Ortese

Forse in questo caso non ha senso parlare della trama del libro, che eppure esiste perché si parla di Ocaña, un’isola dove tra gli altri vivono don Ilario Jimenez Guzman e la sua serva, l’Iguana, una donna lucertola della quale si innamora il giovane Daddo.
Non ha senso parlare della trama perché, come dice Giorgio Manganelli: «Volendo, si può chiamare “romanzo” questo libro; ma forse è inutile. Ha qualcosa della fiaba, e insieme della ballata, della filastrocca, dell’incubo, del sogno, del delirio; appunto, è un incantesimo che agisce». Assistere a questo spettacolo sarà, vedrete, una travolgente esperienza d’ascolto, grazie alle incredibili parole di Ortese e alla straordinaria bravura di Monica Demuru.

di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy è uno scrittore incredibile! Racconta di cavalli, cowboys, nativi americani, ma mentre lo si legge si capisce subito di avere tra le mani un grande classico, un libro che parla di noi, del nostro posto nell’Universo. In questo spettacolo seguiremo le vicende di Billy che… No, non vogliamo svelarvi niente, vi diciamo solo che ci saranno (anche) lupi, una grande impresa, sangue, ingiustizie, combattimenti, dolcezza, lo spaesamento di fronte alla Natura, ma soprattutto ci sarà la grande, immensa scrittura di Cormac McCarthy. A rendere ancor più speciale la serata le musiche mai banali, mai stereotipate, di Michele Dal Lago, Angelo Bonfanti e Giusi Pesenti.

di Nadine Gordimer

Nadine Gordimer ci conduce, attraverso i suoi racconti e la sua biografia, in un percorso narrativo ed esistenziale che accosta la sua attività di scrittrice al racconto della storia politica del suo paese, il Sudafrica.
Il passato coloniale, il rapporto con la diversità, l’identità, l’ingiustizia sociale, le relazioni, l’amore nelle sue molteplici sfaccettature, la morte… sono alcuni dei temi che affronta con uno sguardo talmente lucido che non può non condurci di fronte a uno specchio.
L’autrice ha la capacità di mostrarci il presente attraverso l’immaginazione, sfidando con sguardo interrogativo, intelligente e ironico le nostre convinzioni più profonde… fino a domandarci: chi siamo diventati in questi “tempi da raccontare”?

di Suad Amiry

La pace e la guerra, la famiglia e la società, ma anche il sesso e la menopausa.

Sono questi alcuni degli argomenti che, sedute attorno a un tavolo del ristorante Dama, nella città di Ramallah in Cisgiordania, un gruppo di donne affrontano tra le portate del raffinato chef Usamah. A volte con serietà, a volte con ironia, sempre con la consapevolezza di vivere in un periodo storico unico e drammaticamente irripetibile, soprattutto per chi, come loro, è nato in Palestina. Suad Amiry si muove con eleganza tra romanzo e realtà sapendo bene che le ferite profonde sono difficili da rimarginare

di Joseph Conrad

Risalire il fiume Congo è come scendere alle radici del tragico che sempre è compreso tra la pietà e l’orrore.
È scivolare nei gorghi della giungla selvaggia che diviene metafora del mistero e dell’inquietudine dell’animo umano. Forse la natura più profonda dell’Africa equatoriale è identica a quella del mondo civilizzato. Forse Congo e Tamigi sono la stessa cosa. Conrad incontrò realmente Kurtz o è solo un personaggio immaginario? Forse c’è un Kurtz in ognuno di noi.

Un romanzo universale che ci obbliga a fare i conti con la questione irrisolta e drammaticamente attuale dello stretto connubio tra imperialismo e razzismo.

di Antonio Tabucchi

«Bisogna prendere posizione contro la dittatura!». Lo diceva il dottor Pereira nel 1938 quando il regime di António Salazar trasforma la sua Lisbona e l’intero Portogallo in un luogo di paura e violenza. Ma il grido di protesta resta soffocato in gola, silenzioso. Sarà decisivo l’incontro con un giovane di origini italiane per mostrare a Pereira quanto sia nero il fondo toccato dalla sua nazione. Per un uomo come lui, un giornalista pigro e solitario, la strada verso l’impegno politico è piena di dubbi e indecisioni.

Antonio Tabucchi tratteggiò questo personaggio trent’anni fa, nel 1994, creando un antieroe unico, armato solo di carta e penna.

di Elsa Morante

«Ogni capitolo de La Storia di Elsa Morante si apre con la cronologia dei principali eventi storici in Italia, in Germania e nelle altre Potenze mondiali avvenuti in quell’anno. L’autrice sottolinea così la necessità di creare per il lettore un forte e chiaro parallelo tra la vicenda storico-politica realmente accaduta e il romanzo, che vede come protagonista Ida Ramundo, un’umile vedova di origine ebrea, e i suoi figli, Nino e Useppe. La storia si concentra essenzialmente tra il 1941 e il 1947. Ho deciso così di suddividere la lettura in tre puntate in base a due momenti storici determinanti che hanno segnato il nostro Paese, dove è ambientato il racconto, e il resto dell’Europa e del mondo: la nascita della Resistenza l’8 settembre 1943, e la fine della seconda guerra mondiale il 25 aprile 1945». (Arianna Scommegna)

PRIMA PARTE (1941-1943): Una sera di gennaio del 1941, Ida Ramundo, maestra ebrea di trentasette anni, vedova e madre di Nino, viene violentata da un soldato tedesco ubriaco; da quel terribile incontro nasce Useppe, un fanciullo allegro e vivace. Ida e i suoi figli si barcamenano in una Roma devastata dalla seconda guerra mondiale fino a che Nino riesce ad arruolarsi nell’esercito fascista.

di Milan Kundera

«Il corpo era una gabbia e al suo interno c’era qualcosa che guardava, ascoltava, aveva paura, rifletteva, si stupiva. Questo qualcosa, questo resto, lasciato dalla sottrazione del corpo era l’anima». Anima e corpo, leggerezza e pesantezza, fedeltà e tradimento, gioia e tristezza. Una trama che attraversa il tempo. Due coppie, unioni, intrecci, separazioni e una certezza: «l’opposizione pesante-leggero è la più pesante e la più ambigua tra tutte».

L’insostenibile leggerezza dell’essere, capolavoro di Milan Kundera, un libro straordinario, un classico-moderno, pietra miliare della letteratura del Novecento, a proposito del quale Italo Calvino scrisse: «Ci dimostra che nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggerezza non tarda a rivelare il suo peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartiene a un altro universo da quello del vivere».

secondo Freak Antoni

Aldo Palazzeschi e Skiantos: un incontro surreale Palazzeschi o Skiantos? «Surreale. Beffardo. Stravagante.
Demenziale. Smodato. Insolente. Emblema dell’estrosa leggerezza artistica di un funambolico saltimbanco col gusto dello sberleffoche ri balta con scherno le convenzioni e il perbenismo della società. Feroce. Ironico. Naif. Eccentrico. Irriverente».

Son tutti (tranne uno) commenti attribuiti al Codice Perelà e al suo autore e non agli Skiantos come verrebbe facile pensare. E allora proviamo a far incontrare l’opera più surreale di Palazzeschi con le canzoni del gruppo punk/rock più demenziale e irriverente.

Si promettono scintille!

di Elsa Morante

«Ogni capitolo de La Storia di Elsa Morante si apre con la cronologia dei principali eventi storici in Italia, in Germania e nelle altre Potenze mondiali avvenuti in quell’anno. L’autrice sottolinea così la necessità di creare per il lettore un forte e chiaro parallelo tra la vicenda storico-politica realmente accaduta e il romanzo, che vede come protagonista Ida Ramundo, un’umile vedova di origine ebrea, e i suoi figli, Nino e Useppe. La storia si concentra essenzialmente tra il 1941 e il 1947. Ho deciso così di suddividere la lettura in tre puntate inbase a  due momenti storici determinanti che hanno segnato il nostro Paese, dove è ambientato il racconto, e il resto dell’Europa e del mondo: la nascita della Resistenza l’8 settembre 1943, e la fine della seconda guerra mondiale il 25 aprile 1945». (Arianna Scommegna) SECONDA PARTE (1943-1945): Roma subisce numerosi bombardamenti e Ida deve sfollare con Useppe a Pietralata, dove troveranno ricovero con altri senzatetto. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si sviluppa la Resistenza e Nino, lasciate le camicie nere, ne entra a far parte. Nel gruppo di Liberazione conosce l’amico ebreo e anarchico Davide Segre, col quale ritornerà a casa. Trascorrono gli anni della guerra tra stenti, disperazione e umana solidarietà.

di Muriel Barbery

Ci tenevamo tantissimo a mettere in scena questo testo perché per alcuni aspetti rappresenta cosa sia Fiato ai Libri: parla di bellezza, di libri (e di film), ma i protagonisti sono degli outsiders che non ostentano mai, non vantano la propria erudizione, anzi, la portinaia Renée e la dodicenne Paloma fanno di tutto per non dare mai nell’occhio. È un romanzo pieno di vita, di tutti gli aspetti della vita, dai più divertenti ai più drammatici, è un libro spumeggiante, ma anche a tratti amaro, proprio come Fiato ai Libri, che contiene tutte le sfumature dei romanzi e quindi dell’animo umano. E non vi abbiamo detto niente della trama perché non vogliamo togliervi nemmeno una delle mille sorprese di questa storia. Una cosa, comunque, ve la diciamo: la voce del libro sarà Laura Curino, e questo pensiamo che basti a farvi capire quanto sarà speciale questa serata.

di Jon Fosse

«I due giorni più importanti della tua vita sono quello in cui nasci e quello in cui scopri il perché». Questa frase di Mark Twain sembra il motore di questa storia breve, intensa e magmatica che, affacciandosi sul freddo mare del Nord, ciaccom pagna nel primo e ultimo giorno della vita di un uomo. Il premio Nobel 2023 Jon Fosse, già da anni esponente di spicco del teatro nordico, ci sorprende con una favola altemp o stesso semplicissima e complessa, onirica e sentimentale, capace di bussare a quel cuore ancestrale nascosto alla nostra stessa coscienza.

di Elsa Morante

«Ogni capitolo de La Storia di Elsa Morante si apre con la cronologia dei principali eventi storici in Italia, in Germania e nelle altre Potenze ali avvenuti in quell’anno. L’autrice sottolinea così la necessità di creare per il lettore un forte e chiaro parallelo tra la vicenda storico-politica realmente accaduta e il romanzo, che vede come protagonista Ida Ramundo, un’umile vedova di origine ebrea, e i suoi figli, Nino e Useppe. La storia si concentra essenzialmente tra il 1941 e il 1947. Ho deciso così di suddividere la lettura in tre puntate in base a due momenti storici determinanti che hanno segnato il nostro Paese, dove è ambientato il racconto, e il resto dell’Europa e del mondo: la nascita della Resistenza l’8 settembre 1943, e la fine della seconda guerra mondiale il 25 aprile 1945». (Arianna Scommegna)

TERZA PARTE (1945-1947): Nel 1945 finisce la guerra, la famiglia ritorna a Roma ma le sofferenze per Ida e i suoi figli non finiscono, nonostante l’allegria di Useppe che riempie di luce le tristi giornate della madre. Davide cerca lavoro in una fabbrica al nord, Nino si dà al contrabbando mentre a Useppe viene diagnosticata l’epilessia.

La Storia ci accompagna con la mano all’epilogo tenendoci incollati fino all’ultima parola.

di Kim Young-ha

Ma, scusate, non è geniale un libro che parla di un serial killer aspirante poeta e… affetto da Alzheimer?

Geniale perché l’autore coreano Kim Young-ha non ne fa per nulla una parodia, ma anzi riesce a portarci dentro la testa di un uomo molto intelligente che deve fare i conti con una realtà che per lui si fa spezzettata, a tratti confusa, ma alla quale cerca in tutti i modi di dare forma e coerenza: anche solo perché la polizia è sulle sue tracce!

A dare vita all’anziano serial killer, poi, troverete il solito, straordinario, Rosario Lisma.

Lo spettacolo gode del patrocinio della Pia Fondazione Piccinelli –
Casa Maria Consolatrice ed è realizzato in collaborazione
con la cooperativa Generazioni Fa e con DFC Scanzorosciate

«Ma tutte le cose sono strane, se uno ci pensa», scrive Herman Melville nel suo Moby Dick. Perché se ci si pensa è vero che i libri hanno avuto la capacità di far sembrare strano, interessante, comico o perfino meraviglioso anche quello che apparentemente è banale; e, al contrario, il potere di farci sembrare familiare quello che potrebbe spaventarci per la sua stranezza.

Di tutto questo ci parlerà Roberto Mercadini: “poeta parlante”, scrittore, autore teatrale, attore, ingegnere (e mille altre cose), ma in particolare entusiasta e spumeggiante divulgatore biblico e filosofico, in particolare su Youtube dove vanta circa 200.000 follower.

di Franz Kafka

La metamorfosi è uno di quei libri la cui trama è conosciuta da tutti: Gregor Samsa una mattina si sveglia e si ritrova trasformato in uno scarafaggio. Ma questo libro è anche e soprattutto un abisso dove immergersi per sondare le profondità del pregiudizio, dell’accettazione dell’altro, per scandagliare quei “fondali” rappresentati da famiglia, lavoro, affetti e società.

Perché tutto ciò fosse messo nella cornice sonora giusta abbiamo chiamato i nostri amici dell’orchestra “La notain p iù”, che sanno sempre regalarci atmosfere musicali indimenticabili.

di Goffredo Parise

Pubblicato nel 1954, e considerato forse come il primo bestseller del dopoguerra, Il prete bello è un vivace affresco ella provincia veneta. Ambientato a Vicenza (siamo nel 1939), racconta le gesta di una banda di piccoli picari guidati da Sergio, dietro cui si nasconde l’autore, e da Cena. Banda che vive di espedienti per procurarsi denaro e tutto ciò che serve per una dignitosa sopravvivenza, sfruttando il rapporto ambiguo che lega un gruppo di zitelle, ferventi cattoliche capitanate dalla signorina Immacolata, e il parroco del rione: don Gastone Caoduro. Cognome, questo, assai diffuso nel Veneto, ma con una maliziosa allusione dell’autore alla presunta capacità amatoriale del prete.

Con sottile ironia, Parise realizza un grande mosaico di vita provinciale, un po’ come in Amarcord di Fellini, col quale collabora sia in 8½ che scrivendo la sceneggiatura de Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio ‘70.